Chi non ha mai sentito parlare del Carnevale di Venezia ? Tra tutti i Carnevali è quello che esercita maggior fascino e mistero e che continua, anche oggi che sono trascorsi più di 900 anni dal primo documento che fa riferimento a questa festa, ad attrarre a Venezia migliaia di turisti ogni anno.

Gli studi di antropologia sul Carnevale spiegano che tra l'Epifania e la Quaresima il mondo si capovolgeva: il figlio mancava di rispetto al padre, ci si scambiava di sesso, non era più vietato farsi beffa dei potenti.

Trasgredire la legge significava, tuttavia, celebrarla.
Tutti gli usi e i comportamenti del Carnevale non facevano altro che confermare l'ordine dell'universo. Violare una sola volta la legge, durante la festa comandata, equivaleva a riconoscere la sua signoria su tutto il resto dell'anno.

Tuttavia il Carnevale ha tradizioni molto più antiche che rimandano ai culti ancestrali di passaggio dall´inverno alla primavera, culti presenti in quasi tutte le civiltà basti pensare ai Saturnalia Latini o ai culti dionisiaci nei quali il motto era semel in anno licet insanire (Una volta all'anno è lecito non avere freni) ed è simile lo spirito che animava le oligarchie veneziane e le classi dirigenti latine con la concessione e l'illusione ai ceti più umili di diventare, per un breve periodo dell´anno, simili ai potenti indossando una maschera sul volto.
Per molti giorni all'anno il mondo sembrava non opporre più resistenza, i desideri diventavano realizzabili e non c'era pensiero o atto che non fosse possibile.
L'identità personale, il sesso, la classe sociale non esistevano più, si entrava a far parte della grande illusione del Carnevale in un posto, unico al mondo, dove tutto può accadere, dove ogni scorcio continua ad incantare. Venezia si trasformava in una grande festa a cielo aperto: trombe, pifferi, tamburi, saltimbanchi, giocolieri, venditori ambulanti, balli pubblici dove chiunque poteva folleggiare mascherato come voleva.

La maschere più comuni erano Arlecchino, Brighella Pantalone o semplicemente un mantello nero, il tabarro, e sul viso, la classica maschera nera, la bauta, dietro la quale i patrizi e le dame si mescolavano al popolo e si davano alla pazza gioia.

I giorni più intensi erano il giovedì grasso e il martedì grasso .

Un´attrazione speciale era, ed è tutt'oggi, il Volo della Colombina, un acrobata che scendeva con delle corse dal Campanile di San Marco fino alla Loggia del Palazzo Ducale. Altre attrazioni erano le Forze d´Ercole , dove i partecipanti creavano delle torri umane con grande sforzo di muscoli e la Macchina dei fuochi d´artificio .

Oggi il Carnevale ha la durata di circa dieci giorni in coincidenza del periodo prepasquale, ma, possiamo affermare che la febbre del Carnevale comincia molto tempo prima anzi, forse non è scorretto dire che, a Venezia, la febbre del Carnevale non cessa mai. Una sottile euforia si insinua tra le calli della città più bella del mondo e cresce impercettibilmente, sale con la stessa naturalezza dell´acqua, sfuma i contorni della cose, suggerisce misteri e atmosfere di tempi andati.

Il Carnevale dei nostri giorni è un magnifico happening che coinvolge grossi sponsor, le reti televisive, le fondazioni culturali e che richiama folle di curiosi da tutto il mondo con migliaia di maschere in festa e con una pacifica e sgargiante occupazione della Laguna.
Tra le calli di questa meravigliosa città, per una decina di giorni, si svolge una continua rappresentazione di teatrale allegria e giocosità a celebrare il fascino di un mondo fatto di balli, di scherzi, galà esclusivi e romantici incontri.


www.carnevalevenezia.com

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